Nato circa un anno fa con lo scopo di creare un punto di ritrovo dove potessero incontrarsi tutti gli appassionati di cinema, dai tecnici agli autori per potersi confrontare, il Calabria Movie - oltre a dar rilievo ed importanza al cinema locale - apre le porte alle produzioni internazionali.
Adesso, dopo il successo ottenuto dalla sua prima edizione, il festival affronta gli ultimi dettagli per l'edizione 2021.
E noi di Pianeta Spettacolo non potevamo non parlarne!
Ecco perché abbiamo rivolto qualche domanda al suo direttore artistico Luisa Gigliotti.
Quando e come nasce l’idea del festival ?
L’idea di creare il Calabria Movie nasce esattamente poco più di un anno fa, prima che lo scoppio della pandemia bloccasse una nazione e poi il mondo intero. La nostra idea nasce dal desiderio di creare un punto di ritrovo per appassionati di cinema, autori e artisti e in un festival di identità regionale ma che sappia accogliere e guardare con spirito critico il cinema anche a livello internazionale. Dunque da una parte raccontare e dare maggiore visibilità ad autori Calabresi e al cinema regionale, dall’altra estendere l’occhio fino al resto del mondo. Così io e Matteo Russo, direttori artistici del festival, insieme a numerosi collaboratori, siamo arrivati a mettere in piedi la prima edizione del Calabria Movie lo scorso agosto. E nonostante le difficoltà che la pandemia ha portato è stato davvero bello vedere come la risposta del pubblico e degli autori è stata attiva ed entusiasta.
Nella prima edizione, che tipo di risposta avete avuto dai registi ?
La risposta dei registi è stata sorprendente. Il Calabria Movie è un festival ancora giovanissimo e lo scorso anno, alla sua prima edizione, devo dire che ha coinvolto molti autori. Abbiamo ricevuto oltre 300 candidature di cortometraggi di registi provenienti da tutto il mondo.
Come avviene la selezione dei cortometraggi che parteciperanno al festival ?
La selezione dei cortometraggi viene curata in un primo momento dai direttori atristici, dunque io e Matteo Russo, insieme ad Antonio Buscema, vice presidente del Festival.
Una volta selezionati i corti in gara la palla passa alla Grand Jury.
Gli elaborati vengono divisi per categorie ?
I corti selezionati vengono suddivisi in 2 categorie: National and International e Short Calabria, ovvero quei cortometraggi che o son stati girati in Calabria o di l’autore sia di origini calabresi.
Da chi e com’è formata la giuria che decreterà il vincitore ?
Non possiamo ancora svelare i nomi dei giurati di questa edizione ma possiamo anticipare che si tratta di giovani attori e registi calabresi. Accanto alla Grand Jury ci sarà, come lo scorso anno, la Giuria Giovani, tutti ragazzi calabresi under 25 a cui spetterà il compito di decretare il Miglior Corto in Calabria.
Cosa spetta al vincitore ?
Il vincitore della categoria National & International, dunque il miglior corto in assoluto, riceverà un premio in denaro e il premio realizzato da Antonio Affidato.
Anche il vincitore della categoria Best Short Calabria riceverà sempre un premio realizzato da Antonio Affidato.
Inoltre, da quest’anno, grazie alla collaborazione con Iglu Film ci saranno in palio agevolazioni per i vincitori per usufruire dei servizi di distribuzione di Iglu e della loro piattaforma.
Durante le varie edizioni c’è un corto che ancora oggi ha lasciato in voi un segno indelebile e perchè ?
Difficile dirlo. Siamo alla seconda edizione e devo dire che lo scorso anno i cortometraggi erano davvero tutti molto belli.
Che qualità dovrebbe possedere, secondo voi, un ragazzo che vorrebbe intraprendere la carriera di regista ?
Per intraprendere una carriera nel cinema in generale e nel mondo della regia, nello specifico, credo che siano necessari tre ingredienti: passione, pazienza e determinazione… e perché no anche fortuna, quella serve sempre. E’ un mondo difficile, un mondo chiuso, ma se ci si crede bisogna spingere fino in fondo. Poi credo sia necessario avere sensibilità e sguardo critico. Per me in un film ci deve essere la vita e per raccontarla bisogna saper cogliere tutto ciò che quotidianamente vediamo e viviamo. E infine bisogna vedere i film, non perché il cinema di oggi debba necessariamente ispirarsi a quello dei Grandi, ma perché non c’è miglior scuola di quella per immagini. Non si può pretendere di capire il cinema senza aver visto da dove è nato e come si è trasformato. E’ necessario leggere, studiare, e poi vedere, vedere di tutto per cogliere sfumature e trasformarle poi nel proprio carattere autoriale.
Secondo voi, ci sono stati dei cambiamenti nel cinema italiano o siamo ancora fermi a vecchi clichè ormai superati ?
Personalmente credo che il cinema italiano abbia dato una scossa alla solita programmazione già da qualche anno. Forse, dopo anni, si intravede un cinema più giovane e di ispirazione internazionale. Credo ci sia più ambizione e meno voglia di fare la classica commedia all’italiana. Lo dimostra il fatto che negli ultimi anni sono tornati sul grande schermo tutti i genere che per anni si erano un po’ persi, dal thriller al gangster movie, all’horror e al fantasy ai supereroi. Credo che negli ultimi 8-10 anni ci sia stato uno svecchiamento di genere e di autori e una maggiore ambizione nel realizzare grandi film per questo motivo in Italia abbiamo visto molti bei film. Accanto ai grandi come Garrone, Sorrentino, Bellocchio o Virzì abbiamo ammirato film come “Lo chiamavano Jeeg Robot” di Mainetti, “La terra dell’abbastanza” dei fratelli D’Innocenzo, “Il primo re” di Rovere , “I predatori” l’esordio di un giovanissimo Pietro Castellitto e molti altri. Credo che qualcosa stia cambiando e si stia muovendo nella giusta direzione.
Quale rapporto hanno le nuove leve con la tecnologia ?
Da instagram a Tik Tok ormai la tecnologia fa rima con social network. Questo da una parte apre un canale di comunicazione nuovo e più grande capace di raggiungere fasce di età diverse, dall’altro chiaramente porta con sé dei danni. Come tutte le cose la giusta misura sta nel mezzo. La tecnologia è necessaria e più si va avanti più porta con sé novità e freschezza, pensiamo ad esempio alla possibilità di godere della realtà aumentata e guardare ad esempio un film o un cortometraggio in VR.
Che consiglio dareste a tutti quelli che vorrebbero intraprendere questo mestiere?
Il mondo del cinema come ho già detto è un mondo difficile, meraviglioso ma difficile. Lavorare in questo ambito richiede pazienza, ci vorrà tempo prima di farsi notare, di trovare il posto che si merita, ma se si ha talento prima o poi questo darà i suoi frutti. Creare film credo sia il lavoro più bello del mondo, raccontare storie, fare ridere, pinagere, sognare… Dunque il consiglio è semplicemente non arrendersi mai perché la strada è piena di ostacoli, ma se si arriva sul grande schermo la gioia di regalare una storia ad un pubblico ne vale la pena.
Essere coraggiosi e innovativi, oggi, paga o si rischia la gogna ?
Bisogna sempre avere il coraggio di osare. Il mondo cambia ogni giorno di un po’ e restare ancorati a soliti standard non è giusto. Bisogna avere la capacità di affacciarsi alle novità, di sperimentarle, comprenderle e coglierne gli aspetti migliori. Un occhio al futuro è necessario anche se a volte è rischioso. Se si osa nella giusta direzione certamente il risultato arriverà, ne sono certa.
Quanto tempo prima lavorate per la realizzazione dell’evento ?
Ci dedichiamo tutto l’anno con costanza alla progettazione e alla programmazione della successiva edizione. Terminata una ci dedichiamo all’altra. E’ un lavoro lungo e difficile che richiede una continua attenzione.
Agli eventi ci sono produttori in cerca di nuovi talenti ?
Durante le serate invitiamo sempre gli autori, i produttori, i registi dei corti selezionati. Il Festival diventa oltre che competizione un campo di scambi. Si creano dinamiche e si incontrano produttori e autori diversi, si confrontano e si creano future collaborazioni. La mission del Festival vuole essere anche questa.
Ci saranno novità nelle prossime edizioni e se sì quali ?
Come lo scorso anno riconfermiamo il premio speciale “Punto di ritorno” dedicato alla tematica del ritorno. E’ un premio voluto da noi direttori artistici che richiama in qualche modo ed omaggia le origini della nostra terra facendo riferimento al nostoi greco, il grande viaggio simbolico o reale, prima del ritorno a casa. Confermata anche quest’anno una mostra artistica che esalti la Calabria. Non possiamo ancora svelare il nome dell’artista, ma è un personaggio molto legato alla Calabria e molto conosciuto anche nel resto di Italia. Tra le novità ne spiccano due. La prima è la collaborazione con gli studenti dell’University of East London i cui studenti si stanno occupando con impegno ed entusiasmo all’organizzazione di questa seconda edizione del CMFF, dal creare comunicati stampa per coinvolgere i magazine inglesi al promuovere l’iscrizione dei cortometraggi al festival. Dunque saranno nostri ospiti durante le giornate del festival e daranno il loro contributo nella Giuria Giovani. La seconda novità riguarda l’assegnazione di un nuovo premio, il Premio Iglu, grazie alla collaborazione con Iglu Film, portale di distribuzione di cortometraggi. Iglu sta avviando una rete di collaborazione con i maggiori festival del cinema nazionali e internazionali, al fine di creare un network tra produttori, distribuzioni e festival.