Anna ha trasformato la sua passione per la musica in un progetto di vita straordinario: un mezzo di riscatto, che permetta a chi ha avuto una vita difficile di prendere in mano il suo futuro e renderlo migliore. Attraverso la sua esperienza, racconta come diventare cantautrice e come prendere il meglio dall'arte in generale.
Sono in molti a dire che la musica abbia la straordinaria capacità di far provare emozioni e di accendere una luce in un momento di buio. La sua azione salvifica, quindi, non è da sottovalutare: e a sottolinearlo ancora una volta è Anna Castiglia, cantautrice di origine siciliana che, della musica, ha fatto non solo un mestiere, ma anche uno strumento di riscatto impareggiabile.
Dalla Sicilia al Piemonte per inseguire un sogno
Anna cresce a pane e arte, circondata dalla musica e dalla voglia di trasformare i suoi pensieri in melodie. Non a caso, infatti, sceglie di studiare musical a Torino perfezionando le sue doti non solo nella scrittura e nella composizione, ma anche nel ballo e nel canto. Una volta terminata la scuola, decide di rimanere nel capoluogo piemontese che, per le sue ambizioni, si rivela essere campo fertile.
“Ho iniziato a esibirmi intorno ai 16 anni - racconta - principalmente con delle cover, preferendo tenere le mie canzoni per me. Catania (così come altre città) non era (e probabilmente non lo è tuttora) particolarmente aperta alle novità, quindi probabilmente la mia musica, nuova e moderna, non avrebbe suscitato particolare interesse. Ecco perché ho deciso di rimanere a Torino: mi è sembrata più predisposta a qualcosa di innovativo e mi ha permesso di farmi conoscere e lasciarmi andare”.
Ricominciare con la musica: un progetto per il reinserimento di ex detenuti
La scrittura è sicuramente un suo punto di forza, ma Anna ama anche comporre musica sia per sé, che per altri: “In questo momento sto partecipando a un progetto per gli ex detenuti del carcere di Torino - racconta - per il quale mi è stato chiesto di scrivere delle canzoni utilizzando le loro parole. Considerando che, a causa del Covid, le associazioni non potevano più entrare all’interno della scrittura, è stata scelta la musica come forma di svago e riscatto. Si tratta di un laboratorio a ore che punta a scrivere e comporre musica insieme. Diciamo che al momento scrivo per altri con un obiettivo prettamente sociale, più che commerciale”.
Per Anna, il fine etico dovrebbe essere il principale della musica: “Per me è stato un onore essere stata contattata per un’iniziativa di questo tipo - spiega - soprattutto dopo due anni in cui l’arte è stata messa davvero da parte, sminuita e sottovalutata. Per reinserirsi nel mondo non solo del lavoro, ma anche della vita quotidiana, è necessario metabolizzare quanto successo e poter comunicare in modo diretto quello che si ha dentro”.
Secondo Anna, quindi, la musica diventa un valido strumento per tirare fuori pensieri, sentimenti, emozioni ed esperienze da imprimere nero su bianco, una vera e propria terapia che può aiutare gli ex carcerati a ripartire da zero. “Alcuni di loro hanno una bella voce e amano cantare - continua - quindi tra gli obiettivi rientra anche fornire loro dei brani inediti con i quali andare in giro ed esibirsi”.
Studiare è importante (soprattutto in Italia)
Anna ha lasciato la sua Sicilia per studiare a Torino, città che ha saputo accoglierla anche dopo aver completato gli studi offrendole possibilità di crescita non solo personale, ma anche professionale.
Ma quanto è importante studiare per fare questo mestiere? E soprattutto, quale percorso bisognerebbe intraprendere per poter diventare un bravo cantautore?
“Me lo sto ancora chiedendo - risponde ridendo - a maggior ragione dopo la pandemia. Diciamo che in Italia la musica non è ancora vista, purtroppo, come un mestiere e di conseguenza non è previsto un percorso formativo ideale. Personalmente ho iniziato con la musica classica, da privato, ma mi rendo conto che non tutti possono farlo. Nel nostro Paese forse solo il conservatorio può servire a fare carriera, e in ogni caso sarebbe comunque meglio andare all’estero, dove il ballo, il canto e l’arte in generale sono riconosciuti come veri e propri mestieri”.
La sorella di Anna, infatti, ha studiato arte circense in Francia, dove viene pagata per studiare. Dove si sbaglia, allora, in Italia? “Servirebbe introdurre la musica nel percorso didattico, a partire già dalle scuole elementari - spiega - in modo da far capire ai bambini che non si tratta di un semplice hobby, ma potrebbe diventare tranquillamente il loro mestiere. Fino a quando la mentalità italiana non cambierà difficilmente si avranno dei miglioramenti”.
“Fai il cantautore se…
… hai il coraggio di farlo sempre, costantemente, nonostante le difficoltà. Se lo fai come primo lavoro, e non come secondo o addirittura come passatempo. Se hai voglia di andare oltre la scrittura e il canto, ma scegli di investire del denaro e di mettere tutto te stesso in studio”. Parole cariche di passione e voglia di farcela, tipiche di chi ama ciò che fa e farebbe di tutto per ottenere il successo che merita e desidera.
Chi è Anna Castiglia
Anna Castiglia nasce a Catania nel dicembre del '98 in una famiglia amante dell'arte. La madre è un'ex attrice dello stabile e il padre è un famoso comico e speaker siciliano.
Comincia a prendere lezioni di chitarra classica all’età di 9 anni e di canto a 16 per poi trovare il coraggio di esibirsi live in vari locali di Catania durante gli anni del liceo.
Subito dopo si trasferisce a Torino per diplomarsi in canto, danza e recitazione alla Gypsy Musical Academy.
Tra le numerose esperienze musicali che intraprende a Torino, la più significativa è la partecipazione al _reset festival del 2020 (Off Topic) e in particolare alla sezione _reHUB, un laboratorio che seleziona quattro progetti per lavorare con dei mentor d'eccezione: Samuel, Margherita Vicario, Eugenio Cesaro e Marina Rei.
Successivamente, in collaborazione con _reset e The Goodness Factory partecipa all'open session in streaming delle OGR di Torino, concerto più intervista. Qui il link.
Ha realizzato un video live di una propria canzone nello studio di Riccardo Parravicini (Nicolò Fabi, Eugenio in Via di Gioia, Bianco, Levante) che presto verrà pubblicato.
Si è esibita ad Apolide, tramite un progetto promosso da _reset festival e buskercase che valorizza il cantautorato femminile: “Canta fino a dieci”.
Ha avuto l’occasione di aprire i concerti di: Piero Pelù, Ginevra e Tre allegri ragazzi morti.
Il 27 maggio ha pubblicato il suo primo singolo “Ju mi siddriu” che denuncia in modo agrodolce l’indolenza dei siciliani i quali spesso ignorano le meraviglie e i problemi dell’Isola, ecco il video ufficiale. Il 3 dicembre del 2021 è uscito il suo secondo singolo, “Tutto Più Rosso” in due versioni: quella ufficiale e quella unplugged.
Il 24 Marzo è iniziato il “Bovarismo tour” in Italia grazie alla vittoria del premio “L’artista che non c’era” e che prende il nome dall’ultimo singolo della cantautrice, dal 30 Marzo sarà disponibile il video ufficiale.