Ogni anno, in occasione della Giornata Mondiale del Teatro, figure conosciute per le loro qualità di cuore e di spirito, sono invitati a condividere le loro riflessioni sul tema del Teatro e della Pace tra i popoli . Abbiamo voluto chiedere a Maria Carla Aldisio, performer di musical theatre, attrice di prosa, cantante e doppiatrice, come ha vissuto questo anno lontano dalle scene e quali possano essere le prospettive prossime future per questa istituzione.
Maria Carla Aldisio è una performer di musical theatre, attrice di prosa, cantante e doppiatrice.
Durante gli anni dell’Università (laurea triennale in Lettere Moderne e laurea magistrale in Filologia Moderna),intraprende gli studi artistici presso la Musical Theatre Academy di Catania, conseguendo il diploma in Musical Theatre, e la Voice Art Dubbing Di Catania, dove acquisisce la qualifica professionale di attrice doppiatrice.
Insegna canto e repertorio musical presso la scuola di musica “Over the Rainbow” di Carlentini, recitazione e dizione presso il Teatro Eschilo di Gela, coniugando la professione artistica alla docenza di lettere nella scuola secondaria.
È stato un anno veramente difficile per il teatro, che, a causa della pandemia che ha investito il mondo, non ha potuto riaprire i battenti. Come ha vissuto questo periodo lontano dal suo amato palcoscenico?
“Sicuramente non è stato facile e non lo è tutt’ora, perché questa possibile riapertura che ci è stata prospettata,non si può pensare di concretizzarla, in una situazione di emergenza pandemica come quella che stiamo vivendo. Sicuramente, in un primo momento, la decisione di chiudere i teatri, come di chiudere il paese, è stata quella più giusta per poter contenere l’emergenza… Ma adesso, a distanza di un anno, credo, che nulla, o poco, sia stato fatto per favorire la riapertura dei teatri e per consentire ai lavoratori dello spettacolo, e ancor di più alle maestranze".
"Quando si parla di lavoratori dello spettacolo non si deve pensare solo ad attori, cantanti, musicisti, dobbiamo pensare a tutti quelli che lavorano dietro le quinte, che sono la stragrande maggioranza. Bene, per loro, credo sia stato fatto poco o niente e ancora oggi, così come il maestro Muti ci ha suggerito nei giorni scorsi, si continua a pensare e a definire il teatro come un’attività superflua, e in generale l’arte come tale".
"Sono convinta che non ci sia nulla di più sbagliato"
"Per un artista il teatro è la vita, è un lavoro, un modo per poter anche affrontare la quotidianità, perché è da questo che un artista, o chi lavora dietro le quinte, trae il proprio sostentamento"
"Ma è anche vero che è il Paese che ha bisogno di risollevarsi, che ha bisogno di ritrovarsi nell’arte, che non è la televisione, ma un museo, una mostra, un concerto, un rappresentazione teatrale o anche in una semplice esibizione da pub, come siamo abituati a trovarne in giro per le città. Il Paese ha bisogno di ritrovare una parvenza di serenità e di normalità, che sembra ancora lontana da trovarw”
Crede che ci sia un modo per riaprire in sicurezza questi teatri?
“Non credo sia ancora possibile riaprire in sicurezza, pensiamo a dei teatri con quaranto o cento posti, con numeri contingentati, in ambienti molto piccoli, pensare ad una riapertura con delle distanze minime tra attori e pubblico, è complicato. Complicato anche per una questione di spese da sostenere , perché, ovviamente, un teatro è fatto più di uscite che di entrate".
"Il teatro era già in crisi prima della pandemia, il pubblico mancava, manca da tanto. Adesso mancherà ancora di più, perché come manca il pane agli attori e alle maestranze, manca anche a tante famiglie che prima magari potevano permettersi una serata a teatro, adesso, non più, perché magari costretti a pensare prima alle priorità economiche quotidiane. Con questi presupposti non è facile pensare ad una riapertura. Ma le grandi produzioni sicuramente potrebbero attrezzarsi, magari con un aiuto in più da parte dallo Stato, nel creare degli spazi adeguati; perché pensare di adeguare uno studio televisivo e non pensare di adeguare dei grandi teatri come quello di Milano, come il Sistina di Roma, perché pensare di tenere chiuso un Metropolitan , come quello che abbiamo a Catania? Teatri che, con le dovute sovvenzioni statali potrebbero benissimo affrontare questa crisi, permettendo agli artisti di esibirsi e al pubblico di poter accedere in sicurezza".
"Sicuramente non si può pensare alla riapertura soltanto per i grandi nomi del teatro, perché io credo fortemente che i veri artisti sono quelli che hanno un nome, sono quelli meno conosciuti , perché lo fanno per passione, lo fanno perché ci credono e non perché ne traggano successo, vantaggio economico o tutto ciò che ruota attorno alla bellezza di questo mestiere".
"Credo che bisogna intervinire dando spazio un po' a tutti, perché così non potremmo facilmente uscirne, rischiamo di uccidere un malato terminale prima del tempo".
Cos’è per Maria Carla Aldisio il teatro?
“Il teatro per me è ossigeno, senza ossigeno non si vive, e io senza teatro vivo male. Il teatro è la mia quotidianità, perché il mio lavoro è quello di essere un’attrice, una cantante-attrice, ma è anche quello di insegnare e trasmettere l’amore che ho per questo mondo, per quest’arte anche ai più piccoli. Vedere che anche i più piccoli soffrono di questa mancanza, vuol dire che allora il teatro non è così superfluo e inutile come vogliono farci credere, forse è l’esatto contrario, forse è ragione vitale. L’uomo ha subito sentito
l’esigenza di esprimersi e se ci viene tolta la possibilità di esprimerci o di raccontare una storia o di trasmettere un’emozione, allora, a quel punto, forse è la fine dell’essere umano, non solola fine del teatro”.
Hai già dei progetti per quando vi daranno la possibilità di poter nuovamente calcare le scene?
“Ho tante idee, ma preferisco non parlarne per scaramanzia. I progetti sono tanti, sono in musica, sono in prosa… però senza certezze non mi sento di lanciarmi in nuove avventure , per un semplice motivo: una riapertura va programmata, non si può dire riapriamo il ventisette, come è e stato detto da poco, pensando che sia tutto pronto. Dietro un’attività come quella del teatro , e dell’arte in genere, c’è sempre una grande e lunga programmazione , c’è un lavoro di studio approfondito, c’è un lavoro di conoscenza, fatto di curiosità, di sacrifici, di notti insonni e tanto tanto amore e solo che fa e vive il teatro lo può comprendere e chi partecipa come spettatore è il primo a godere dei risultati di questi grandi sacrifici ed è il primo a poter trasmettere agli altri la gioia e l’amore degli artisti.”
In questa giornata Mondiale del Teatro datata 27 marzo 2021, che augurio fai a te e ai tuoi colleghi che condividono con te questa passione?
“Stanislavskij diceva: Imparate ad amare l’arte in voi stessi, e voi stessi nell’arte.
Auguro a tutti, soprattutto alla classe politica, di amare l’arte in se stessa e smettere di continuare a vedere l’arte e gli artisti come superflui”.
Il messaggio di Helen Mirren, ambasciatrice mondiale 2021 per la GIornata Mondiale del Teatro
La Giornata Mondiale del Teatro venne istituita dall’International Theatre Institute e da esperti dell'UNESCO e celebrata per la prima volta il 27 Marzo 1962. La data coincideva, allora, con la cerimonia di inaugurazione del Teatro delle Nazioni che si svolgeva a Parigi. Da quel giorno, ogni anno, in tutto il mondo viene celebrata la Giornata Mondiale del Teatro.
L’I.T.I. cerca “di incoraggiare gli scambi internazionali nel campo della conoscenza e della pratica delle Arti della Scena, stimolare la creazione ed allargare la cooperazione tra le persone di teatro, sensibilizzare l’opinione pubblica alla presa in considerazione della creazione artistica nel campo dello sviluppo, approfondire la comprensione reciproca per partecipare al rafforzamento della pace e dell’amicizia tra i popoli, associarsi alla difesa degli ideali e degli scopi definiti dall’U.N.E.S.C.O.”.
Ogni anno, una personalità del mondo del teatro, o un’altra figura conosciuta per le sue qualità di cuore e di spirito, è invitata a condividere le proprie riflessioni sul tema del Teatro e della Pace tra i popoli.
Nel 2021, questo messaggio è stato affidato ad Helen Mirren, una delle attrici più conosciute e apprezzate, con una carriera internazionale che abbraccia il teatro, il cinema e la televisione. Ha vinto molti premi per le sue interpretazioni intense e versatili, tra cui l’Oscar nel 2007 per la sua interpretazione in The Queen.
“Questo è un momento così difficile per lo spettacolo dal vivo e molti artisti, tecnici, artigiani e artigiane hanno lottato in una professione già piena di insicurezze. Forse questa insicurezza sempre presente li ha resi più capaci di sopravvivere, con intelligenza e coraggio, a questa pandemia.
La loro immaginazione si è già tradotta, in queste nuove circostanze, in modi di comunicare creativi, divertenti e toccanti, naturalmente soprattutto grazie a internet. Da quando esistono sul pianeta, gli esseri umani si sono raccontati storie. La bellissima cultura del teatro vivrà finché ci saremo.
L’urgenza creativa di scrittori, designer, danzatori, cantanti, attori, musicisti, registi non sarà mai soffocata e nel prossimo futuro rifiorirà con una nuova energia e una nuova comprensione del mondo che noi tutti condividiamo.”